Repubblica, dove l’ideologia woke è ambiente

Bologna, 20 novembre 2024

(avv. Antonello Tomanelli)

Siamo tutti colpevoli delle scelleratezze commesse dai nostri avi durante il colonialismo. A chi appartiene ad un’etnia storicamente calpestata e sfruttata, oggi va riconosciuto un trattamento privilegiato rispetto al bianco. Si tratta, in estrema sintesi, di uno dei comandamenti dell’ideologia woke.

E come si rispetta un simile comandamento nel mondo del giornalismo? Semplice. Ogni volta che un immigrato balza agli onori delle cronache per aver pestato qualcuno, si nasconde la sua origine chiamandolo «ragazzo», «giovane», «uomo». E quando si esibisce all’interno di un convoglio ferroviario o di un autobus, semplicemente «passeggero».

Ieri su Repubblica è apparso un articolo su un controllore che ha perso due denti sulla tratta Pianoro-Porretta Terme, provincia di Bologna, per effetto dell’aggressione perpetrata da un «ragazzo», poi meglio specificato come «passeggero senza biglietto». Il lettore si sarà più volte chiesto chi fosse costui. In soccorso è arrivato il Carlino di Bologna, che ha specificato trattarsi di un nordafricano.

Eppure, se si guarda al Testo Unico dei Doveri del Giornalista, una sorta di codice deontologico, le cose non stanno affatto così. L’art. 7, che si occupa dei «Doveri nei confronti degli stranieri», si limita ad imporre al giornalista l’utilizzo di «termini giuridicamente appropriati […] evitando la diffusione di informazioni imprecise, sommarie o distorte riguardo a richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti».

In altre parole, la deontologia del giornalista non impone affatto l’occultamento delle origini di chi commette un fatto di gravità tale da dover essere condiviso con il pubblico. Richiede soltanto la giusta identificazione del suo status, evitando la pubblicazione di dati errati.

Forse non è abbastanza per parlare di illecito deontologico. Ma non c’è dubbio che il lettore abbia tutto il diritto di avere piena contezza del come è distribuito il crimine nel nostro paese. Quando a commettere un crimine è un italiano bianco, nessun giornalista si astiene dallo specificare se si tratta di un siciliano, di un veneto, di un romano o di un milanese.

Si tratta di un classico esempio di penetrazione della ideologia woke nel mondo del giornalismo. Le malefatte degli appartenenti ad un’etnia storicamente vittima del colonialismo vanno nascoste. In tal modo la si risarcisce operando una discriminazione al contrario. Una forma di risarcimento che però alla fine ha ben poco a che vedere con il concetto di democrazia, dove, come si esprime l’art. 1 della Costituzione, «la sovranità appartiene al popolo», al quale proprio per consentirgli un consapevole esercizio della sovranità non vanno mai occultate notizie e dati di rilevanza pubblica.

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