L’hotel antisemita

Bologna, 15 novembre 2024

(avv. Antonello Tomanelli)

Questa è la triste storia dell’Hotel Garnì Ongaro, una mezza cacata di albergo situato nel cuore delle Dolomiti, in località Santa Fosca, Selva di Cadore, provincia di Belluno. A gestione familiare, offre «una vacanza in mezzo al benessere» e servizi «per farvi sentire a casa».

Tutti si sentono a casa all’Hotel Garnì Ongaro. Tutti, tranne gli israeliani. Una famiglia di Tel Aviv aveva prenotato tramite Booking un soggiorno di tre giorni, attratta dall’idea di un’escursione tra le montagne più belle del mondo. Ma quando il gestore ha letto i dati della prenotazione, ha risposto picche.

«Vi informiamo che gli israeliani, in quanto responsabili di genocidio, non sono clienti ben accetti nella nostra struttura. Pertanto, qualora vogliate cancellare la vostra prenotazione, sarete felici di farlo, e altrettanto lo saremo noi di offrirvi una cancellazione gratuita». Eccerto, perché avrebbero dovuto pure pagarla loro, la cancellazione.

Ho il piacere di presentarvi un fulgido esempio di cretino piramidale antisemita. Se vi fosse stata una prenotazione fatta dall’IDF per soldati israeliani in licenza, al limite avrebbe anche potuto starci, con tutte le riserve del caso. Ma cosa c’entrino le famiglie israeliane con il genocidio che secondo il gestore della struttura sarebbe in corso a Gaza, è l’arcano che non riuscirebbe a svelare un genio, figuriamoci questo cretino piramidale.

Secondo costui, TUTTI gli israeliani sarebbero colpevoli di genocidio, non soltanto coloro che materialmente lo starebbero commettendo. Per questo non sono ben accetti, proprio perché israeliani. Ecco un esempio eclatante di antisemitismo. Non viene colpito qualcuno associato all’attuale governo o all’esercito israeliano, ma il popolo indiscriminato.

Sarà mai capitato che venisse respinta la prenotazione di un gruppo di francesi mentre il loro esercito massacrava un milione di algerini? Non penso proprio. E di una famiglia americana mentre il napalm arrostiva i villaggi vietnamiti? Non penso proprio. E di un belga mentre i suoi soldati, seguendo le direttive di Re Baldovino, eviravano i sostenitori congolesi di Patrice Lumumba? Non penso proprio.

Sarà mai capitato che un albergo rifiutasse la prenotazione di una famiglia siciliana sulla base dell’assunto che i siciliani sono tutti mafiosi? Non penso proprio.

In altri termini, la riesumazione dell’accusa di deicidio, ufficialmente abbandonata persino dalla Chiesa Cattolica con il Concilio Vaticano II di 60 anni fa, non pare così distante da queste menti marce.

E si sa, spesso la cretineria piramidale va a braccetto con l’ignoranza. Perché certamente quel gestore non sa, né sembra poterci mai arrivare, che la sua imbarazzante trovata rientra nel concetto di discriminazione, in particolare quella prevista dal D.L. 26 aprile 1993 n. 122, meglio nota come «legge Mancino», che punisce «chi commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».

La brutta notizia per questa mezza cacata di albergo è che Booking l’ha immediatamente cancellato dal sito. Chapeau! Ora la sua ricerca dà il seguente risultato: «Pagina non trovata. Cose che capitano!». Eh già. Mai intelligenza artificiale ha sfoderato tanta involontaria ma pertinente ironia.

Mi auguro che la procura della repubblica di Belluno abbia già aperto un fascicolo a carico di questo cretino piramidale, per poi arrivare a una bella condanna, che legittimerebbe l’applicazione di alcune sanzioni accessorie. Quella che nel caso specifico appare la più appropriata è «l’obbligo di prestare un’attività non retribuita, per un periodo massimo di dodici settimane, a favore della collettività per finalità sociali o di pubblica utilità».

Gli starebbe proprio bene, a questo cretino piramidale antisemita, a questa vergogna nazionale.

Replica:

Your email address will not be published.