Bologna, 29 maggio 2022
(avv. Antonello Tomanelli)
Dalla audizione alla Camera dei Deputati del dott. Vincenzo Frajese del 24 maggio scorso, emergono dati a dir poco inquietanti sulla campagna vaccinale Covid. Dati che non sono semplici opinioni, ma il frutto del lavoro di molti ricercatori finito recentemente in prestigiose riviste internazionali del calibro di Nature e di The Lancet.
Si garantiva che la protezione di questo vaccino Covid fosse del 95%. Ma il dato non era assoluto, perché riferito al “placebo”. Recenti studi parlano di una percentuale di poco superiore al 5%. Si noti che un vaccino incomincia ad essere considerato efficace solo quando superi una protezione del 50%, ovviamente nel tempo.
Altro risultato preoccupante è la c.d. protezione negativa. Dopo quattro mesi, non solo l’efficacia del vaccino tocca lo zero, ma è dimostrata la maggiore probabilità di ammalarsi di Covid. Dopo sette mesi l’efficacia del vaccino arriva a -83%. Su 100 mila non vaccinati si ammalano in 841, su 100 mila vaccinati se ne ammalano 3188.
Ciò significa che il vaccino Covid produce un generale indebolimento del sistema immunitario, che rende più probabile l’insorgere di un centinaio di patologie, tumore compreso. Questo è un dato piuttosto allarmante, se si considera, come sottolinea lo stesso Frajese, che mai nella storia dei vaccini si era registrato un simile dato. E non va certamente sottovalutata la circostanza che questo è il primo vaccino rMNA nella storia dell’uomo.
Mentre il vaccinato produce soltanto gli anticorpi IgG, il guarito da Covid produce anche le IgA, che sono presenti nella mucosa. Ne consegue che i vaccinati possono ugualmente trasmettere il virus, mentre i guariti no.
Tra gli under 40 si è registrato un incremento del 25% degli accessi al pronto soccorso, occasionati da infarti e patologie cardiovascolari.
Tra i bambini e gli adolescenti vaccinati, il 25% presenta sintomi di depressione e di ansia clinicamente elevata, principalmente dovuta ai reiterati meccanismi di coercizione cui sono stati sottoposti. In sostanza, stiamo creando una generazione di soggetti impauriti e con turbe psicologiche, che presto diventeranno adulti.
Sono stati pubblicati anche studi sulla genotossicità di questi vaccini mRNA. Contrariamente a quanto si sosteneva con veemenza ai loro esordi, è stato dimostrato che il loro RNA si può retrotrascrivere nel DNA di ciascuno di noi, dunque entrare a far parte del nostro genoma in maniera permanente, come tale trasmissibile alle generazioni future.
Non poteva accadere diversamente, per un vaccino che ha seguito una sperimentazione di pochi mesi, contro i cinque-otto anni normalmente richiesti.
Ebbene, la prima conclusione è che la Corte Costituzionale, che tra qualche mese si pronuncerà sulla legittimità costituzionale della normativa che ha previsto l’obbligo vaccinale, non potrà non tenere conto di questi dati. In passato il Giudice delle Leggi, nel valutare l’obbligo di vaccinazione in generale, ha indicato due imprescindibili condizioni: “a) che il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri, giacché è proprio tale ulteriore scopo, attinente alla salute come interesse della collettività, a giustificare la compressione di quella autodeterminazione dell’uomo che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto fondamentale; b) che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che per quelle sole conseguenze che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiano normali di ogni intervento sanitario e, pertanto, tollerabili” (Corte Cost. 22 giugno 1990, n. 307; Corte Cost. 23 giugno 1994, n. 258).
Laconicamente, nessuna persona di media avvedutezza potrebbe dubitare che i dati pubblicati rappresentino una realtà antitetica a quella che esige la Corte Costituzionale perché un vaccino possa rendersi obbligatorio.
E che dire dei risarcimenti, delle restituzioni di cui dovrà farsi carico lo Stato per avere costretto decine di milioni di persone ad una inoculazione alla quale dovevano potersi liberamente sottrarre? Che dire delle sospensioni dalla retribuzione che hanno colpito tutti coloro che (pochi per ideologia, molti per comprensibile paura) non se la sono sentita di vaccinarsi? Che dire dei denari sperperati da coloro che, non volendo vaccinarsi, si sono visti costretti a pagarsi un tampone ogni 48 ore? Che dire dei danni, anche esistenziali, che hanno patito coloro che si sono visti discriminati ed esclusi da ogni socialità attraverso l’istituzione del green pass rafforzato, basato su una vaccinazione che non poteva imporsi?