Bologna, 8 novembre 2024
(avv. Antonello Tomanelli)
L’immondo attacco contro i tifosi israeliani del Maccabi, squadra di calcio di Tel Aviv, lanciato da individui che definire olandesi sarebbe oltraggioso persino per i papaveri, dimostra che l’integrazione non esiste. Un’orda di barbari ha riportato il mondo indietro di duecento anni, quando i pogrom in Europa erano considerati eccitanti passatempi. Questi barbari sono tutti immigrati, nessuno escluso, anche di ennesima generazione. Di fronte a un evento del genere, riesce difficile dubitare che l’integrazione sia soltanto una enorme finzione. Per la prima volta mi trovo costretto a dare ragione a uno come Geert Wilders.
L’Ajax si era imposto per 5-0. Non vi era alcuna rabbia da sfogare, ma soltanto una vittoria da celebrare. I tifosi del Maccabi sono stati aggrediti al grido di «Palestina libera». E se qualche babbeo si sente di dire, magari chiuso in bagno ma rimanendo con la faccia seria, che la colpa è di Israele che sta massacrando il popolo di Gaza, allora significa che l’antisemitismo è anche sinonimo di ignoranza, e che fa breccia laddove la memoria storica latita paurosamente.
Perché nessuno andava a caccia di americani quando il Napalm arrostiva i villaggi vietnamiti, o quando i prigionieri irakeni venivano torturati nel carcere di Abu Ghraib. Come nessuno aggrediva i turisti francesi mentre il loro esercito massacrava un milione di civili algerini, o i cittadini belgi quando Re Baldovino ordinava in Congo l’evirazione dei simpatizzanti di Lumumba.
Ma l’antisemitismo risorge impetuoso anche in Italia. Basta leggere un raccapricciante articolo apparso oggi su «contronarrazione», un sedicente quotidiano attivo su Telegram, fatto da un gruppo di scappati di casa, forse anche di qualche struttura. Hanno indicato come causa dell’aggressione una serie di eventi cui soltanto un idiota potrebbe credere. Secondo questi scarsissimi scribacchini, i tifosi israeliani del Maccabi «hanno rifiutato di fare un minuto di silenzio per le vittime di Valencia, fischiando e lanciando insulti, e in seguito hanno iniziato a strappare le bandiere palestinesi esposte per la città e a fare cori anti-arabi».
Ho sempre pensato che uno dei modi più efficaci per riconoscere un idiota, è vedere con quanta serietà cerca di convincere gli altri della veridicità delle sue farsesche affermazioni. Consapevoli dell’odio antisemita che serpeggia nel mondo, i tifosi israeliani avrebbero praticamente orinato addosso ai morti di Valencia, ingiuriandoli, per poi scorribandare per le strade di Amsterdam strappando le bandiere palestinesi. E chi potrebbe mai credere a una narrazione del genere? Per quale motivo i tifosi del Maccabi dovrebbero avercela con i poveri morti di Valencia?
Questi nazisti falliti sono riusciti a far rivoltare nella tomba Joseph Goebbels, il più grande propagandista della Storia. Uno come Goebbels avrebbe immediatamente licenziato per manifesta incompetenza il direttore responsabile (si fa per dire) di un simile mattinale. Il che è tutto dire.
Spettacolare la chiosa di questo escremento prosaico: «Il regime di Netanyahu chiama tutto ciò pogrom, quando in realtà è semplicemente ciò che accade quando sei abituato a non mostrare rispetto per gli altri e a crederti superiore e inattaccabile». A parte l’impareggiabile vigliaccheria, sembra il passo scritto da un alunno di prima media al quale il prof si rivolge garbatamente con una pacca sulla spalla dicendogli che può fare di meglio. Probabilmente stiamo parlando di uno con un’età superiore ai 20 anni, magari anche 50, in entrambi i casi palesemente irrecuperabile. Ma l’idiozia, si sa, non è un reato.