Bologna, 23 giugno 2022
(avv. Antonello Tomanelli)
Rileggendo attentamente il trattato NATO, si scoprono un paio di cose interessanti.
È tutto racchiuso nell’art. 10: “Le parti possono, con accordo unanime, invitare ad aderire a questo Trattato ogni altro Stato europeo in grado di favorire lo sviluppo dei principi del presente Trattato e di contribuire alla sicurezza della regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni Stato così invitato può divenire parte del Trattato depositando il proprio strumento di adesione presso il governo degli Stati Uniti d’America. Il governo degli Stati Uniti d’America informerà ciascuna delle parti del deposito di ogni strumento di adesione”.
La prima cosa interessante è che uno Stato non può chiedere di entrare nella NATO. Deve essere “invitata” dalla NATO. L’adesione alla NATO non si basa sull’interesse dello Stato candidato, ma su quello generale dell’organizzazione. Quando, ad esempio, Lettonia ed Estonia, entrambe confinanti con la Russia, vi entrarono nel 2004, non fu per tutelarle, ma per espandere la NATO.
Ne deriva logicamente che l’entrata di un nuovo Stato nella NATO è, in realtà, un’annessione. Anche perché non risulta che qualcuno abbia mai risposto picche ai vari “inviti”, a causa della loro debolezza. Cade così la nota argomentazione secondo cui gli Stati confinanti con la Russia hanno (avuto) la piena libertà di aderirvi.
La seconda cosa interessante è la seguente. Dopo che uno Stato, con tutte le cortesie, le cautele e le preghiere possibili e immaginabili, viene “invitato” ad entrare nella NATO, quello Stato deve depositare una “richiesta” (termine più formale e pleonastico non si poteva trovare) presso il Governo degli Stati Uniti. Eppure, è noto che la sede della NATO è a Bruxelles. È un po’ come se uno Stato, volendo aderire all’Unione Europea, dovesse depositare la relativa istanza presso la Cancelleria di Berlino.
Sono elementi all’apparenza formali, ma in fondo sostanziali. Perché significativi del fatto che, in primo luogo, la NATO è un’organizzazione a trazione USA. Poi, che ogni ingresso sia una sostanziale annessione impedisce di poter considerare la NATO un’organizzazione “a carattere difensivo”.