Bologna, 25 agosto 2025
(avv. Antonello Tomanelli
La vicenda della 23enne Marzia Sardo consegna al pubblico uno stereotipo di donna con cui ben pochi e ben poche di senno vorrebbero avere a che fare. Durante l’esame preliminare ad una TAC, alla sua domanda se doveva togliersi il reggiseno, un attempato medico dell’Umberto I le avrebbe risposto: «No, ma se lo togli ci fai contenti tutti».
Una battuta da b-movie, tutto sommato alquanto penosa. Ma vissuta da Marzia come una violenza inaudita, con conseguente shock insuperabile. In effetti, nel video caricato sui social con preghiera di diffusione, la si vede imprecare, completamente distrutta, contro quel medico che ha in sostanza violentato «una ragazzina di 23 anni».
Già il fatto che a 23 anni costei, che si definisce aspirante attrice, si percepisca (o faccia finta di percepirsi) come «una ragazzina», desta non poche perplessità, che aumentano non appena ci si imbatte sui suoi profili social, in netto contrasto con quanto piagnucolato in quel video in cui issava sulla croce il medico dell’Umberto I.
«Non ho peli sulla lingua, e se li ho non sono miei». Marzia ha pensato di presentarsi così su Instagram, ben prima che il posizionamento del suo reggiseno all’Umberto I diventasse un caso nazionale, tra selfie con i contanti infilati tra i seni e mentre gusta un calice di rosso seduta nuda sul water di casa.
Chi potrebbe mai credere al dolore e allo sdegno ostentati da Marzia di fronte ad una battuta come quella del medico dell’Umberto I?
Nessuno. Inoltre, la frase del medico nemmeno si avvicina al concetto di molestia accolto dall’art. 660 del codice penale, che richiede o la cosiddetta petulanza, ossia un comportamento continuato nel tempo, oppure un atto che, pur se solitario, rechi in sé una carica lesiva straordinaria, tale da poter essere equiparato ad un complesso di atti lesivi distribuiti nel tempo.
Per intenderci, se alla domanda di Marzia sulla necessità di togliersi il reggiseno, il medico, anziché dire «No, ma se lo togli ci fai contenti tutti», avesse invece risposto «Sì, così ci fai contenti tutti», per Marzia il timore che l’imminente controllo clinico potesse assumere connotazioni sessuali, avrebbe comprensibilmente potuto causare un disturbo tale da far rientrare la frase del medico nel concetto di molestia.
Cosa, invece, da escludersi proprio per effetto del NO iniziale del sanitario, determinato da ragioni esclusivamente cliniche, anche se subito seguito dall’invito, del tutto inopportuno ma diventato puramente pleonastico dopo quel NO, ad allietare a suo modo la visione dei presenti.
Tra l’altro, se una battuta del genere potrebbe risultare traumatizzante per una ragazzina di 15 anni, è poco credibile che lo sia per una ragazza di 23, peraltro abituata, come è facile intuire, a commenti di ben altro tenore ogni volta che si esibisce sui social nel modo che si è visto.
Ma cosa ha indotto Marzia Sardo a scatenare questo putiferio?
Il desiderio di notorietà, ovviamente, che in questo caso è garantita. Marzia sa bene che qualsiasi episodio che si leghi alla narrazione della povera ragazza fragile e indifesa, esposta perennemente agli attacchi del maschio predatore, al quale non riesce nemmeno a rispondere per le rime, fa notizia. Anche se una tale narrazione non è condivisa dalla maggioranza delle donne stesse.
Una narrazione che fa della donna un essere depensante e completamente passivo, privo di capacità reattiva, la cui irrilevanza non fa che incoraggiare il malintenzionato di turno ad invaderne la sfera intima. Quando invece personalmente sarei favorevole, ad esempio, a garantire a qualsiasi donna in odore di femminicidio un corso gratuito di autodifesa con annesso porto d’armi.
Marzia Sardo è una giovane donna che non crede minimamente nei valori che dice di voler veicolare (su questo non penso possano esserci dubbi), ma che sfrutta per incrementare il proprio seguito, chiamando a una sorta di soccorso collettivo. Il tutto anche a costo di far passare un periodo buio all’Alvaro Vitali dell’Umberto I, che di certo verrà sottoposto a procedimento disciplinare, vista l’eco che ha assunto la vicenda, ma che con ogni probabilità non verrà nemmeno sanzionato.
Questo, e null’altro, è Marzia Sardo.