Bologna, 12 settembre 2025
(avv. Antonello Tomanelli)
Un colpo di fucile calibro 30 con otturatore ad alta potenza, un missile in miniatura che ha percorso 200 mt prima di squarciargli la gola, facendolo accasciare nella pozza di sangue che si era già formata. E’ morto così Charlie Kirk, 31 anni, in quello stile che ricorda un po’ l’ultimo colpo inferto a J.F. Kennedy, quello che gli spappolò mezzo cervello facendogli volare un orecchio.
Enfant prodige della destra estrema americana e alto rappresentante del movimento MAGA, già a 18 anni aveva fondato Turning Point Usa, un’associazione senza scopo di lucro nata per insinuarsi in quelle università santuari del liberal-progressismo americano e autentiche fucine dell’ideologia woke. Un trumpiano di ferro.
Chi è stato? Si parla di un giovane di età universitaria, la cui immagine, tratta da un sistema di videosorveglianza, è già stata diffusa. E’ l’immagine di un individuo che non pare proprio rassicurante. Incomincia a prendere corpo la teoria del pazzo solitario, suffragata dal particolare di alcune munizioni abbandonate dall’assassino e sulle quali sono incisi, come sullo stesso fucile, slogan pro-transgender.
Un pazzo solitario che deve comunque aver studiato e lavorato parecchio, per riuscire a piazzare un colpo del genere. Da leggere in proposito l’interessate post di Gianna Curti Clech su facebook, che riporta una testimonianza sulla natura palesemente professionistica del delitto.
Si tratta di un’arma utilizzabile da chiari esperti, soltanto una parte dei quali riuscirebbe a ripetere l’impresa, di difficoltà elevatissima a causa non soltanto della distanza, ma anche dei numerosi fattori che interferiscono in un’operazione del genere, e che devono tutti essere attentamente valutati dal cecchino.
Un vento che in 200 mt può deviare di diversi centimetri la traiettoria del proiettile, il livello di umidità, l’altitudine. Fattori che il cecchino deve ben conoscere nel loro diverso e possibile atteggiarsi, adeguando l’esecuzione del piano ai loro effetti e agendo addirittura su respiro e battito cardiaco, la perfetta regolarità dei quali risulta indispensabile per questo tipo di azione.
Se un soggetto del genere (o chi per lui) è arrivato a scolpire su arma e munizioni slogan pro-transgender, può averlo fatto soltanto per depistare, perché uno che viene accecato dall’ideologia gender tanto da arrivare a concepire l’omicidio di chi la avversa, oltre a decorare arma e munizioni, non può mai trovarsi in quelle condizioni ottimali, fisiche e mentali prima descritte, per riprodurre lo sparo perfetto. Qui ci vuole una macchina, un individuo freddo, distaccato, paziente e per niente passionale. Uno che si muove per soldi, non un folle. E in tutto il mondo poche decine di persone sarebbero in grado di portare a termine un’azione del genere.
Il gesto è destinato a scatenare un putiferio negli USA. Tra chi dice apertamente che Charlie Kirk se l’è cercata, come da noi il prof. Piergiorgio Odifreddi, a chi vede in quella azione un attentato al cuore del Primo Emendamento. Negli USA ormai la polarizzazione del conflitto viaggia verso livelli pre-insurrezionali, in un paese dove le armi gelosamente custodite nelle case degli americani sono oltre 400 milioni.