Bologna, 17 luglio 2025
(avv. Antonello Tomanelli)
Questa è la faccia dello sceicco qatariota Saud Alì Al Thani, l’attuale presidente della FIBA, la Federazione Internazionale di basket. La nazionale femminile iraniana confeziona un video in cui le giocatrici ballano raggianti, al ritmo di una musica dal vago stile Cranberries, per celebrare gli eccellenti risultati ottenuti sul campo. Non indossano pantaloncini e canotta, ma il rigoroso hijab sportivo, una tuta aderente nera, rilanciata persino dalla Nike, che copre integralmente corpo e capelli.
Il video viene caricato sulle piattaforme social della federazione internazionale.
Ma per Ramin Tabatabaei, presidente della federazione nazionale iraniana di basket, quel video è un affronto all’Islam, che vede la donna allegra e danzante come il fumo negli occhi. Presenta ricorso d’urgenza alla Federazione Internazionale, argomentando che il ballo «non è in linea con la religione islamica».
Nel giro di 48 ore il presidente qatariota, quello della faccia in foto, appellandosi ad una non meglio specificata «sensibilità religiosa» dà le necessarie disposizioni. Il conturbante video sparisce da ogni canale social della Federazione Internazionale di basket.
Quando nell’agosto 2023 il qatariota della faccia in foto fu eletto presidente della Federazione Internazionale di basket, rilasciò la seguente dichiarazione: «È un grande onore assumersi questa responsabilità, per me, per il mio paese del Qatar e per il nostro continente asiatico. Ora rappresento gli interessi delle oltre 200 federazioni nazionali in tutte le cinque Regioni mondiali. Il basket è uno sport globale e questa è la nostra forza più importante. La FIBA aiuterà tutti a contribuire alla nostra missione: rendere il basket la comunità sportiva più popolare».
Come no. Una decisione che non sarà popolare nemmeno in Iran, figuriamoci nelle oltre 200 federazioni nazionali. Ma non c’è da meravigliarsi. Quando ai vertici di una istituzione sportiva mondiale viene messo un personaggio del genere, le violazioni delle regole che informano lo spirito olimpico saranno all’ordine del giorno. La donna può anche fare sport, ma non deve farsi notare, nel fisico e nella gestualità. Altrimenti, meglio che scompaia, proprio come quel video.
Ma quel video sopravvive, è ormai diventato virale e continuerà a circolare in tutte le cinque Regioni mondiali, alla faccia dei reali interessi che il qatariota Saud Alì Al Thani rappresenta.
E le odierne femministe o pseudo tali? Non pervenute, comprese naturalmente le più cretine. Per costoro la difesa della donna islamica è un affare privato del maschio alfa islamico, a favore del quale opera il principio di non ingerenza.