La carica dei decerebrati

Bologna, 15 marzo 2025

(avv. Antonello Tomanelli)

Ci siamo. E’ arrivato il grande giorno. Una mega manifestazione in cui si sono infilati un po’ tutti, fino a quelle pazze furiose di «Non Una Di Meno». Tra poche ore sapremo quanti poveri illusi e quanti stolti abitano questo paese.

C’è un particolare di non poco conto da rilevare. Non appena quel genio riconosciuto di Michele Serra ha indetto la manifestazione pro Europa, sui media hanno incominciato a moltiplicarsi le notizie sulle presunte difficoltà dei russi al fronte. Questa volta non sono comparse le pale come nel 2022, ma asini e cavalli, dato che le forze terrestri russe non disporrebbero più di mezzi blindati. In questa location da circo Medrano, pare imminente l’avvistamento di un nutrito gruppo di saltimbanchi.

Di fronte a un nemico ridotto così, è facile convincere la gente che la cosa migliore da fare è adottare una difesa comune europea, giusto per scongiurare che asini e cavalli russi possano un giorno arrivare in Portogallo.

Ma chi comanderebbe questo esercito europeo? Chi deciderebbe il suo utilizzo? Un personaggio tipo Ursula von der Leyen, che non è nemmeno stata eletta? Come evitare che un simile personaggio possa operare disparità di trattamento nel selezionare la carne da cannone, tra popoli che in comune hanno soltanto una moneta?

Inoltre, dove sarebbe la differenza che l’ineffabile Elly Schlein tiene a sottolineare, tra le vie della difesa comune europea e del riarmo, ritenendo praticabile soltanto la prima? Se si optasse per la difesa comune, come colmare quel gap abissale che, scherzi a parte, ci separa dalla Russia, se non distraendo ogni anno centinaia di miliardi di Euro da sanità, istruzione, giustizia, ricerca, edilizia pubblica, sicurezza interna, assistenza sociale e pensioni?

Poi c’è il problema delle armi nucleari. Quel paio di centinaia di testate possedute dal bellicoso come non mai Regno Unito sono tutte gestite dagli USA, anche da un punto di vista manutentivo. E soltanto un paio di sommergibili potrebbero lanciarle. Chi sta meglio è la Francia, pienamente autonoma, con armi nucleari montate anche sui bombardieri.

Ma come potremmo competere con le 6 mila testate nucleari che possiede la Russia? Ne costruiamo un paio di migliaia in barba al trattato di non proliferazione? Poi le distribuiamo equamente tra tutti i paesi UE, compresa quella nazione storicamente mansueta che è la Germania?

Giorgia Meloni sta facendo una pessima figura. Da interlocutrice privilegiata del presidente Trump, l’unico che sta lavorando per la pace, si è ridotta ad obbedire alle radunate guerrafondaie di uno come Starmer, che per giunta con la UE non c’entra una mazza.

La piazza del Popolo di oggi rappresenta la strumentalizzazione di una massa di decerebrati, illusi che più Europa significhi pace, quando è esattamente il contrario. Oggi l’idea di Europa, con i suoi attuali leader, è semplicemente e unicamente antagonismo verso Mosca. Un sentiero che condurrà, nella migliore delle ipotesi, ad un depauperamento generale. Fino al suicidio.

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