Un paradosso chiamato UE

Bologna, 20 febbraio 2025

(avv. Antonello Tomanelli)

Adottato nel 2020 da Joe Biden, Zelensky incomincia ad avvertire gli effetti nefasti del cambio di potestà genitoriale. Trump lo sta mettendo di fronte alle sue responsabilità. Ma i capricci sono tanti. Zelensky rifiuta i suoi insegnamenti, che dicono che un bullo (peraltro ben messo) come Putin non andava provocato. E Trump taglia la generosa paghetta che gli elargiva il precedente genitore adottivo.

Intervengono i servizi sociali della UE, prendendo in custodia Zelensky con il pretesto di difenderlo dal bullo, dopo averlo illuso per anni che quel bullo era soltanto un colosso d’argilla. Si riuniscono per discutere sul da farsi, su iniziativa di Macron e di Scholtz, due leader i cui consensi nei rispettivi paesi sono precipitati al 15%.

Ma servono soldi, molti soldi. Bisognerebbe toglierne un bel po’ da lavoro, pensioni, imprese, welfare, sanità, sicurezza, giustizia. Mentre il bullo continua a passarsela piuttosto bene, perché l’idea di sanzionarlo confiscandogli qualche merendina di tanto in tanto, non ha sortito l’effetto sperato.

Qualcuno sarebbe anche disposto ad imporre sacrifici sulla pelle degli altri, senza badare ai forconi che costoro, sempre più vicini e minacciosi, sono pronti ad impugnare ritenendo quei servizi molto più importanti che assecondare un adolescente ansioso di giocare ai soldatini. Mentre la crisi economica incomincia ad attanagliare le masse.

La UE è allo sbando, se non nel panico. Sembra non comprendere la situazione. Getta benzina sul fuoco mandando avanti Mattarella, che non sapendo di essere il presidente della Repubblica italiana equipara Putin a Hitler, e ai nazisti tedeschi i russi che lo hanno votato. Giusto per mettere in imbarazzo la Meloni, la più trumpiana d’Europa, ma incassando il disprezzo di 140 milioni di russi, compresi quelli che non hanno votato né mai voterebbero per Putin. Un’idea geniale.

E’ nervosetta la UE. Per la prima volta si trova contro niente di meno che gli USA. Ma non ci sta a farsi mettere da parte. Pretende di partecipare ai negoziati di pace, nonostante per tre anni abbia visto la pace come il fumo negli occhi. Al francese che rappresenta ormai quattro gatti, si aggiunge quel pazzo di Starmer, che da Londra propone di inviare una forza di peacekeeping europea.

Ma il motivo per cui Putin dovrebbe accettare in Ucraina la presenza militare di paesi che dall’inizio del conflitto hanno rifornito di armi Zelensky, è un mistero. Riesce difficile dare torto a Trump, quando dice che la UE non può creare la pace. Come può prendersi sul serio chi offre come strumento per raggiungerla qualcosa che già di per sé rappresenterebbe un’escalation, e che per inciso è proprio ciò che ha spinto Putin ad invadere quell’Ucraina che si apprestava ad entrare nella NATO?

Zelensky si sente abbandonato dagli USA. Ma la sua reazione è sconsiderata. Accusa pubblicamente Trump di essersi fatto abbindolare dalla propaganda russa. In pratica, gli dà dello scemo davanti al mondo intero.

Trump non la prende bene e incomincia a maltrattarlo sul serio. Gli dà del piccolo dittatore e del comico mediocre, e lo irride attribuendogli il 4% dei consensi. Sarà anche un po’ bassino come dato, ma sventolando il suo 58% Zelensky non fa che irridere se stesso.

In realtà, Trump non avrebbe alcun problema a dare una sedia a Zelensky mentre tratta con Putin. Ma sarebbe la sedia di un osservatore. Non appena il piano di pace sarà pronto, Zelensky, dopo aver ascoltato in silenzio, dovrà prendere o lasciare. Se lascia, può scordarsi il cessate-il-fuoco. «Si sbrighi, o non avrà più una terra», avverte Trump. A questo punto, che Zelensky accetti o meno il piano di pace, per Putin è assolutamente indifferente.

I fatti degli ultimi anni si sono incaricati di dimostrare la totale assenza di giudizio in un uomo come Zelensky, il cui paese tra morti, disertori e profughi ha perso un terzo della popolazione. Ma guardando alla UE, c’è da non credere ai propri occhi. Pare un pugile suonato seduto all’angolo, abbandonato dal proprio allenatore, che vorrebbe combattere senza guantoni.

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