Bologna, 3 dicembre 2024
(avv. Antonello Tomanelli)
L’amore per un figlio non è misurabile. E quando sei roso dai sensi di colpa per non avergli saputo evitare un’esistenza scapestrata, se sei un capo di Stato puoi anche passare sopra la Costituzione. Joe Biden ha concesso la grazia al figlio Hunter senza nemmeno attendere le condanne per evasione fiscale e false dichiarazioni nell’acquisto di un’arma.
Tra il 2014 e il 2019 Hunter è consulente della Burisma, una società energetica ucraina. Fornisce consulenze per svariati milioni di dollari, sebbene l’unica esperienza nel settore dell’energia l’abbia accumulata accendendo le luci di casa. E non dichiarando al fisco tutti quei milioni, ha commesso un reato federale.
Nell’ottobre del 2018 entra in un negozio del Delaware per acquistare una pistola. Compilando il modulo federale di richiesta, nega qualsiasi dipendenza da droghe, nonostante passi più tempo a sniffare cocaina che non a dormire. Anche questo è un reato federale.
Una vita iniziata nella cattiva sorte. Il 18 dicembre 1972, all’età di due anni, sopravvive ad un grave incidente stradale, che gli porta via madre e sorellina. Il padre Joe, appena eletto al Congresso, giura al capezzale della moglie.
All’età di 14 anni incomincia a sbronzarsi. Poi, negli anni del college, fa il salto di qualità passando alla cocaina. Prima un uso saltuario. Con il padre eminenza grigia che convince Clinton e Bush Junior a bombardare Serbia, Afghanistan e Irak, è già un drogato conclamato.
L’unica àncora di salvezza pare essere la disciplina militare. Nel 2013 si arruola nella Riserva della U.S. Navy. Ma poche ore dopo aver giurato alla Casa Bianca davanti al padre vice di Obama, viene trovato positivo alla cocaina e cacciato dalla Marina.
Nel 2015 perde il fratello maggiore per un tumore al cervello. Dopo pochi mesi incomincia una relazione travagliata con la vedova del fratello, che durante il processo sull’acquisto dell’arma lo descriverà come un uomo dispotico, irascibile e violento, che ha dilapidato il patrimonio di famiglia tra cocaina, prostitute, night club e costosi regali alle amanti.
Nello stesso periodo viene trascinato in tribunale dalla ballerina di uno strip club dell’Arkansas per il riconoscimento del figlio. Hunter dichiara di non ricordarsi nemmeno della ballerina. Il giudice non fa fatica a credergli, ma lo condanna ugualmente al mantenimento.
Il presidente USA ha un potere discrezionale pressoché illimitato nel concedere la grazia, insindacabile persino dalla Corte Suprema. E tutti i presidenti ne hanno fatto largo uso. Obama ha concesso 212 grazie e 1715 commutazioni di pena, quasi tutte a beneficio di condannati latini e afroamericani. Donald Trump una sessantina, tra cui il padre del proprio genero.
Ma si trattava di persone già condannate e che avevano espiato buona parte della pena. La concessione della grazia ad un soggetto sotto processo e non ancora condannato, non ha precedenti nella storia degli USA.
Soltanto a giugno Joe Biden, pur criticando aspramente i processi a carico del figlio, aveva promesso che non gli avrebbe mai concesso la grazia. Per il popolo americano, un politico che mente vale meno di niente.
Già ampiamente criticato per aver concesso a Zelensky un diritto all’escalation a mandato scaduto, con questo ulteriore gesto Joe Biden getta sull’intera compagine dem americana un’ombra che richiederà molti anni per potersi dissolvere. Mentre Trump ringrazia per il favore ricevuto.