Zelensky strigliato da Amnesty International

Bologna, 7 agosto 2022

(avv. Antonello Tomanelli)

Amnesty International è la ONG più famosa al mondo. Fondata nel 1961 da un avvocato inglese, è il cane da guardia della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e si fregia del premio Nobel per la pace conferitole nel 1977. I suoi rapporti sono considerati della massima affidabilità, tanto che l’ONU attinge da essi regolarmente per monitorare la situazione dei diritti umani nazione per nazione.

L’ultimo rapporto di Amnesty International è un maglio sul cranio di Zelensky. L’esercito ucraino, che è alle sue strette dipendenze, avrebbe installato postazioni militari in una ventina di centri abitati, addirittura in palazzi e ospedali, creando i famigerati scudi umani.

A ben vedere, si tratta di comportamenti particolarmente odiosi. Non solo perché vìolano lo spirito della Convenzione di Ginevra, che esige in ogni guerra una netta separazione tra civili e militari, sull’ovvio presupposto che i primi non debbano mai essere coinvolti in un conflitto. Ma soprattutto perché costituiscono una vera e propria istigazione, in questo caso diretta all’esercito russo, a bombardare la popolazione civile.

Prestiamo attenzione all’art. 18 della Convenzione di Ginevra per la Protezione delle Persone Civili in Tempo di Guerra: «Gli ospedali civili organizzati per prestare cure ai feriti, ai malati, agli infermi e alle puerpere non potranno, in nessuna circostanza, essere fatti segno ad attacchi; essi saranno, in qualsiasi tempo, rispettati e protetti dalle Parti belligeranti».

Attenzione però all’art. 19: «La protezione dovuta agli ospedali civili potrà cessare soltanto qualora ne fosse fatto uso per commettere, all’infuori dei doveri umanitari, atti dannosi al nemico».

Ed è proprio ciò che ha fatto l’esercito ucraino, installando postazioni militari all’interno degli ospedali. Ne deriva che gli eventuali bombardamenti russi contro ospedali civili ucraini non sarebbero in contrasto con la Convenzione di Ginevra, proprio perché resi necessari dal comportamento dell’esercito ucraino, secondo quanto prescrive l’art. 19.

Le stesse conclusioni vanno tratte riguardo al bombardamento di edifici civili. Secondo l’art. 53 «È vietato alla potenza occupante distruggere beni mobili o immobili appartenenti individualmente o collettivamente a persone private, allo Stato o a enti pubblici, a organizzazioni sociali o a cooperative, salvo nel caso in cui tali distruzioni fossero rese assolutamente necessarie dalle operazioni militari».

È evidente che l’esercito russo avrebbe colpito edifici civili proprio per neutralizzare il fuoco nemico proveniente dagli stessi, ponendo così in essere un comportamento consentito dalla Convenzione di Ginevra.

Eppure, Zelensky ha duramente attaccato Amnesty International, accusandola di favorire i Russi. Poi, una perla di dichiarazione, con la quale ha svelato tutta la propria mala fede: «Amnesty International mette sullo stesso piano aggressore e aggredito».

A ben vedere, è una dichiarazione intrisa di ignoranza. Non è Amnesty a porre sullo stesso piano aggressore e aggredito, ma la Convenzione di Ginevra. Tutte le parti in conflitto devono rispettare le norme di diritto internazionale bellico, anche lo Stato aggredito. E costituisce comportamento criminale ordinare al proprio esercito, o quanto meno consentirgli, di insediare caserme operative in ospedali e condomini, in spregio alla vita e all’incolumità della propria popolazione.

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